Sego della Vecia
“Custoza entro un certo raggio di paesi circonvicini più che per i suoi colli verdeggianti, o per i suoi ricordi patriottici, è conosciuto per il famoso Sego de la Vecia, che è una rappresentazione tragicomica in versi dialettali alla quale partecipa tutto il paese come attore e gli altri paesi come spettatori a pagamento. La manifestazione è patrocinata dalle autorità. Di regola la si tiene ogni sei anni.”
Con queste parole Don Marcello da Re, parroco di Custoza , descrive il tradizionale spettacolo del “Sego de la Vecia”.
Si trattava di una manifestazione unica nel suo genere e con una storia molto antica. Le fonti storiche che abbiamo a disposizione fanno risalire la prima rappresentazione al 1845 ma si può ragionevolmente supporre che la tradizione fosse più antica in quanto, alla data citata, esisteva già un comitato organizzatore.
La trama, recitata esclusivamente da attori maschi (anche per i ruoli femminili), narra la vicenda della Vecia Marcolina che con i suoi compagni “Lasaroni” porta scompiglio e caos nel paese di Custoza. A questo punto intervengono gli “Sbirri”, chiamati in soccorso dagli abitanti disperati, e scoppia una battaglia sulle colline. Sconfitta, la Vecia viene arrestata per i suoi crimini e condannata alla pena del “sego”.
Le peculiarità che nel loro insieme rendono unico il Sego di Custoza consistono:
- nella modalità del “rito”, che prevedeva di segare la vecchia anziché bruciarla (es. falò della Befana, comuni in varie zone d’Italia);
- nel coinvolgimento dell’intera comunità locale;
- nell’elemento della battaglia. Mentre in altre parti d’Italia questo conflitto viene espresso dal litigio fra la Quaresima e il Carnevale, il vecchio e il nuovo, la figura femminile e quella maschile; a Custoza si assiste ad un vero e proprio scontro a colpi di fucile e attacchi di cavalleria fra l’esercito della Vecia e i gli sbirri. Questo elemento è stato introdotto nella trama fra l’edizione del 1876 e quella del 1902. Non possiamo essene certi, ma è plausibile che la popolazione locale abbia in qualche modo rielaborato gli eventi bellici vissuti tra il ’48 e il ’66 e li abbia riproposti nel Sego.
Per poter approfondire, si consiglia una passeggiata per Custoza, dove è possibile rivivere, con un percorso espositivo lungo le vie del paese, il racconto di questa storica rappresentazione.
“E mentre il sole declina dietro Santa Lucia e ammanta con la sua luce d’oro la pittoresca Custoza, illumina l’ultima scena tragica dell’ormai famoso e terribile Sego de la Vecia che conta secoli e secoli di vita…
E chi può dire che non sia leggenda?”
Fonti:
- Giornale “Il Sego di Custoza”, n. 1, marzo 2012
- Quadernetti Crea, Il Sego de la Vecia, giugno 2010
La valorizzazione dell’Ossario di Custoza
Promuovere l’immagine di Custoza come terra della pace, relazionandosi al significato dell’Ossario come monumento universale dedicato alla pace tra i popoli.

